Bullismo in giapponese si dice ijime いじめ , e deriva dal verbo ijimeru いじめる, che vuol dire tormentare, perseguitare, vessare.
Il termine ijime si usa per indicare il comportamento di un gruppo di ragazzi che prendono di mira una persona, solitamente incapace di reagire, importunandola in vari modi per mesi o addirittura anni: prendendola in giro, umiliandola, minacciandola fisicamente e psicologicamente, picchiandola, appropriandosi di oggetti suoi, isolandola, o persino istigandola al suicidio. Una vera e propria pratica disumanizzante.
La vittima viene lasciata completamente sola, i compagni di classe non reagiscono perché hanno paura di diventare loro stessi delle vittime, e così anche i professori fingono di non vedere. Non sono forse complici e colpevoli quanto i bulli? Come può un bambino o un ragazzo (e purtroppo il fenomeno è diffusissimo anche tra le ragazze) far sentire la propria voce, sputare il proprio dolore, se non trova una mano tesa disposta ad aiutarlo? Spesso la situazione è talmente disperata che non vedono altra via d'uscita se non il suicidio. E i dati in proposito fanno gelare il sangue.
Ma perché tutto questo?
Ricordiamo che la scuola giapponese è a piramide, nel senso che fin dalle elementari, l'accesso ad una buona scuola consente poi l'accesso ad una buona università e quindi ad un buon lavoro. E questo li influenza pesantemente. Si è "marchiati" come studenti di medio o basso livello, e ci si vuole ribellare contro il sistema e contro il professore, rappresentante di questo sistema.
Inoltre la scuola giapponese spinge ad una forte competitività, ad una rivalità feroce tra i ragazzi. Per non parlare del fatto che sono a scuola per tutta la giornata, continuamente sotto pressione, con i genitori che si aspettano sempre di più. Un po' come mia madre, che si lamentava anche quando a scuola prendevo 10: " Perché non hai preso 11? Non devi perdere tempo a respirare, studia!"
E, ciliegina sulla torta, la condanna alla "diversità" in una società omologatrice e fatta a stampini, come quella giapponese. Non che in Italia le cose siano molto diverse.
I dati sono sconcertanti. Spulciando un po' vari siti, pare che SOLO nel 2011 i casi di bullismo nelle scuole siano stati più di 70.000, in circa il 38% delle scuole, e per quanto riguarda i suicidi, le cifre superano i 200. A questo proposito vi consiglio di leggere i casi riportati qui http://dirittogiapponese.wordpress.com/2012/09/12/bullismo-ijime/ . Un bambino di 14 anni vittima di bullismo che si è gettato dal balcone di casa sua, dopo che aveva provato a chiedere aiuto anche agli insegnanti ma nessuno era intervenuto. Il silenzio è una colpa. Chi tace acconsente, no? Anzi, a volte fa ancora più male. Un bambino che anche solo con gli occhi grida tutta la sua sofferenza, e dall'altro lato vede indifferenza, sguardi che si girano...La paura NON è una giustificazione.
Oppure, ancora, un ragazzo tormentato con sigarette accese, che riportava numerose bruciature sulle braccia, intimato dalla SCUOLA STESSA a non presentarsi più a lezione perché le bruciature turbavano i compagni. Come si può accettare una cosa simile?! Assecondare, nascondere lo sporco sotto un tappeto affinché tutto sembri pulito...E' ripugnante.
Vi riconsiglio di leggere il manga Life di Keiko Suenobu, che tratta proprio di questo argomento, in maniera anche abbastanza forte, e da cui è stato tratto anche un dorama (live action).
In più, vi consiglio di vedere il video di questa ragazza, Serena, che è stata in Giappone più volte e ci parla anche della sua esperienza personale (in Italia!)
https://www.youtube.com/watch?v=xzZM6J3zA5I
Bellissima rubrica!!! probabilmente la costante competività in Giappone accende ancor di più le angerie fra gli studenti, ho letto anche l'altro articolo sulla scuola e dev'essere veramente stressante fare tutte quelle ore....poi boh loro ormai si saranno abituati ma se ci andassi io a scuola in Giappone impazzirei! è indecente comunque quando è la scuola stessa a non voler vedere certe cose...
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