lunedì 10 febbraio 2014

Recensione: RoboCop



Lo ammetto, non sono un grandissimo fan dei remake, soprattutto dei film che hanno accompagnato la mia infanzia. Rimasi deluso, se non di più, con Total Recall e mi aspettavo la stessa reazione con RoboCop, quando sono entrato al cinema. Da piccolo praticamente amavo RoboCop, vedevo la serie TV, avevo anche un giocattolo che parlava! E devo dire che anche da grande questo amore non si è spento, però con riluttanza ho deciso ugualmente di andare a vedere questo remake, nonostante dalle prime immagini non mi convinceva, a partire dalla nuova armatura. E devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso! Sarà stato anche sciocco, ma ho capito che questo film mi sarebbe sicuramente piaciuto dal momento in cui ho sentito la vecchia theme del film nei titoli iniziali!

Ma prima di dare il mio giudizio finale (che avrete già capito qual è), è più che giusto dare un'occhiata generale al film per intero, senza ovviamente dare spoiler sulla trama. Ciò che è essenziale in questa prima parte di analisi, e che spero che vi entri bene in testa, è che non vanno fatti paragoni con la pellicola del 1987. Per carità, chiunque vada a vedere RoboCop si aspetta lo stesso grado di violenza del primo film, ma dobbiamo pur capire che siamo nel 2014, e che un film come RoboCop funzionava in quegli anni, e funziona tuttora per gli appassionati del genere, ma non per chi guarda i film oggi. Il filone generale del film segue quella piccola dose di realismo che i fan ricercano disperatamente in ogni film, per quanto possa essere assurdo il soggetto di partenza. Quindi, mi pare anche normale che RoboCop utilizzi un taser anziché far fuori i nemici senza pietà. Realismo, quindi, è una parola chiave. Un realismo che ci porta ad esplorare anche le emozioni umane di un Alex Murphy (Joel Kinnaman) imprigionato nel corpo di un cyborg contro la sua volontà, e che lotta contro il sistema operativo che lo vuole a tutti i costi trasformare in una macchina per uccidere. Carina anche l'idea di introdurre il fattore del casco, che una volta indossato lascia il pieno controllo "al sistema".

Un altro aspetto interessante del film, è la ripresa di alcuni elementi introdotti da Frank Miller nello script originale di RoboCop 2 (quello poi riproposto sotto forma di fumetto), come per esempio l'elemento umano in lotta contro le direttive indotte dal sistema, e il personaggio di  Pat Novak (Samuel L. Jackson), qui però nella parte del cattivo, e molto meno sboccato rispetto al Luke Spindle di Miller. Per quanto riguarda il finale, invece, niente da dire. Mozzafiato la sequenza finale, e il confronto col cattivo di turno, Raymond Sellars (Michael Keaton). E mai, dico mai, come in questo film la frase storica di RoboCop "Vivo o morto, tu verrai con me" ha avuto così senso! Come film a sé stante, RoboCop non delude, salvo quella parte di pubblico dalla testa dura che non ha ancora capito che un film come quello del 1987, sarebbe improponibile nel 2014.

Tuttavia, la seconda parte di questa recensione vuole proprio mettere a paragone le due pellicole. Qui, forse ritroviamo un po' di aspetti negativi. Innanzitutto, la storia di Alex Murphy in questo reboot è molto meno triste: se nel 1987 la moglie e il figlio decisero di lasciarlo, qui la storia è molto più incentrata appunto sul ruolo della sua famiglia, onnipresente nello sviluppo della trama. Elementi non inseriti in questa pellicola, sono l'agente Lewis (da donna, è divenuta un uomo di colore), la scena dell'assemblaggio di RoboCop e quella forte satira e il cinismo che caratterizzò pesantemente il primo film. Ovviamente, ridotto anche il livello di violenza, che ha portato anche ad una completa rivisitazione "della morte" di Alex Murphy.

Certamente, un po' a tutti mancherà la scena dell'assemblaggio di RoboCop, ma è più che giusto che certi elementi rimangano caratteristici del primo film! Questo RoboCop, è diverso. Questo RoboCop è realistico, questo RoboCop racconta una storia. Una storia che, a mio avviso, sa regalare emozioni, tenere il fiato sospeso, e riesce anche a far esaltare. Certamente non ci troviamo di fronte a chissà quale capolavoro, come reboot della saga (reboot perché pare che ce ne saranno minimo altri due, in produzione) funziona per gli standard ricercati dal pubblico oggi. E poi, vogliamo sempre far crescere un bambino oggi senza che venga a sapere dell'esistenza di RoboCop? Questo reboot è approvato, e non è per niente incentrato sugli effetti speciali, come accaduto in Atto di Forza. L'impatto visivo c'è, la buona regia pure, e la colonna sonora... beh, ho già detto come mi sono esaltato quando ho sentito la theme originale all'inizio del film?


Questo RoboCop sa divertire ed entusiasmare, purché si vada a vederlo con l'intento di considerarlo un film a sé stante. Nessuno ci leverà mai il film del 1987, che è e resterà un capolavoro impresso nelle menti di chi ci è cresciuto, con quel RoboCop. Me compreso. Quindi, non siate spietati. Potrà anche non piacervi, ma il RoboCop di José Padhila funziona.

Articolo di Danjel

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