mercoledì 12 marzo 2014

Ganbatte: La scuola in Giappone



L'erba del vicino è sempre più verde. 
Sarà vero anche in questo caso? 
Da come viene descritta nei manga, la scuola giapponese sembra addirittura un posto divertente, con le divise bellissime (altro che gli odiati grembiuli!), i club scolastici, le numerose vacanze durante l'anno...Cerchiamo di capirne di più!

Il sistema scolastico è costituito da cinque cicli: 
- Scuola materna ( 3 - 6 anni ) 
- Scuola elementare ( 6 - 12 anni )
- Scuola media inferiore ( 12 - 15 anni )
- Scuola media superiore ( 15 - 18 anni )
- College o università ( solitamente 4 anni )

L'istruzione è gratuita e obbligatoria dai 6 agli 11 anni. 
L'anno scolastico comincia ad aprile, coincide con la fioritura dei ciliegi, e termina il 31 marzo dell'anno successivo. 
Dimenticatevi i tre mesi di vacanze estive...Le loro vacanze sono (meglio) ripartite durante l'anno: due settimane a Capodanno e in primavera (tra la fine del vecchio e l'inizio del nuovo anno scolastico) , 40 giorni in estate, oltre alle feste nazionali. Vanno a scuola anche alla vigilia e a Natale, perché non è festa nazionale ufficiale, quindi niente preparazione psicologica e fisica per la maratona di cibo e la conseguente trasformazione in suini! 

Le lezioni hanno luogo la mattina e il pomeriggio, dal lunedì al venerdì, e il sabato solo la mattina. La giornata scolastica è preceduta da una riunione degli insegnanti e da una riunione di classe. 

La scuola giapponese, che ha un ruolo fondamentale nell'educazione morale dei giovani, pone rigide regole di condotta e non tollera infrazioni. Ogni infrazione viene segnata sul curriculum scolastico che lo studente porterà con sé anche nel mondo del lavoro, senza avere la possibilità di rimediare. 
In alcune scuole è vietato portare gioielli o tingersi i capelli. Le azioni degli studenti sono tenute sotto controllo soprattutto per il buon nome dell'istituto, perché all'esterno rappresentano la scuola stessa e vengono identificati dall'uniforme simbolo dell'istituto di appartenenza. 

La maggior parte delle scuole medie inferiori e superiori richiede ai propri studenti di indossare uniformi. Quelle maschili sono chiamate gakuran 学ラン e sono di solito nere con bottoni d'ottone e colletti alti e rigidi, mentre quelle femminili sono chiamate fuku 服 e sono solitamente blu con gonne a pieghe (la divisa alla marinara! <3 ). Molti studenti scelgono il tipo di scuola in base al tipo di uniforme...giustamente u_u 



La divisa magari da un lato fa sì che si evitino discriminazioni, che la differenza tra i ragazzi non stia tanto nel portafogli (chi va a scuola convinto di stare ad una sfilata di moda, chi fa a gara a chi ha più firme addosso, neanche fosse un taccuino per gli autografi..) ma nel cervello. E in più, le ragazze non inizierebbero più la giornata con i dubbi amletici su cosa indossare, e potrebbero dormire di più (e questo è fondamentale). Ma d'altro canto, la diversità non è sempre un male, e il modo di vestirsi è un'espressione di se stessi. E poi pensiamo alle povere ragazze come me, con delle gambe alla Peppa Pig, costrette a indossare sempre la gonna!

Nelle scuole medie e superiori esistono molti tipi di associazioni, i club, alle quali gli studenti partecipano dopo le lezioni. Non è obbligatorio partecipare! Ci sono club

sportivi (atletica, calcio, baseball, pallavolo, kendo, judo, nuoto, tennis,...), poi club di giardinaggio, di cucina, di informatica, di letteratura, di arte, di teatro, di musica, manga, ecc. Tutti i club autorizzati dalla scuola hanno un insegnante consulente, hanno il budget dalla scuola, e la sala per i membri nella scuola. 
I club sportivi partecipano alle gare nazionali ogni anno, sia alle medie che alle superiori.  
Qui invece abbiamo il club dei fumatori, che si distingue in club dei fumatori in cortile, e club dei fumatori in bagno; il club dei copioni, che si distingue in club dei copioni durante l'ora di educazione fisica e il club dei copioni last minute; il club dei lavori di gruppo durante i compiti in classe; il club dei mimi, che svolge le sue attività durante le interrogazioni, ecc ecc... 
Ah, molto interessante è anche il fatto che come materia obbligatoria ci sia per le ragazze "Economia Domestica", sicuramente residuo di una tradizione che ha sempre considerato la donna sottomessa all'uomo. Però è utile perché così si impara a cucinare, a cucire, e poi ogni scusa è buona per saltare qualche ora di matematica u_u 

Proprio perché andare a scuola mattina e pomeriggio non gli basta, molti studenti giapponesi frequentano speciali scuole private ( juku   ) serali o nei fine settimana, per migliorare il proprio rendimento e prepararsi agli esami di ammissione all'anno successivo. E in più tornano a casa a fare i compiti. Nella prossima puntata di "Chi l'ha visto?": Il tempo per vivere, degli studenti giapponesi. 

Gli studenti giapponesi chiamano il loro sistema scolastico shiken jigoku, ovvero "inferno degli esami". 
Gli esami di ammissione sono obbligatori per entrare negli istituti privati, che a differenza di quelli pubblici (dove si accede gratuitamente e senza il superamento di esami) sono salatissimi. Ma il livello della scuole pubbliche è qualitativamente basso, perciò molti genitori cercano di mandare i propri figli ( in vista anche di migliori possibilità lavorative) alle scuole private. 
Se alla fine delle scuole superiori, gli studenti riescono a non farsi venire l'esaurimento nervoso, dopo difficilissimi esami entrano all'università. Qui è difficile ( eufemisticamente parlando ) uscire (vivi) dall'università, mentre in Giappone è difficile entrare. L'università è considerata un tranquillo intermezzo tra le pressioni del passato e quelle che dovranno affrontare durante la loro vita lavorativa. Mentre qui siamo maestri nell'arte della procrastinazione e ci ricordiamo di dover studiare 54385 libri poche ore prima dell'appello d'esame, lì un corso di laurea dura quattro anni, ed effettivamente lo studente giapponese conseguirà la laurea in quattro anni ( i sogni son desideri di felicità  ) perché viene sottoposto periodicamente a prove scritte che gli consentono di seguire passo passo il programma. Le prove orali sono poche o nulle, anche alle scuole medie inferiori e superiori, per la gran gioia dei timidi che tendono alla balbuzie o al rosso pomodoro facciale quando sono costretti a parlare davanti ad altre persone. 


"Dai la cera, togli la cera!"
In Giappone non esistono i bidelli! Oddio, non che qui siano presenze molto attive... Sono gli studenti e gli insegnanti ad essere responsabili della pulizia della scuola. Non è uno scherzo! Mentre in Italia gli studenti gareggiano a chi attacca meglio la gomma da masticare sotto il banco, chi rompe prima il distributore automatico e chi fa pipì più lontano dal water e altre discipline olimpioniche simili, in Giappone ogni giorno parte del tempo è dedicata a questo compito. Ogni classe è divisa in gruppi che a turno puliscono l'aula, i corridoi, i bagni, e altre aree comuni della scuola. 
Alcune scuole hanno addirittura delle aiuole che i ragazzi coltivano e di cui si prendono cura. E tutto questo spontaneamente, non sotto effetto di stupefacenti o sotto minaccia :O 

Ok, ora abbiamo visto il lato positivo della scuola giapponese, ma non è tutto oro ciò che luccica, non è tutta cioccolata ciò che è marrone, ok...avete afferrato il concetto. 
Questa eccessiva rigidità, la competitività estrema, la disumana mole di studio che non lascia spazio al riposo, al tempo libero e al respiro, sono causa di un altissimo tasso di suicidi tra gli studenti...1000 l'anno! Un numero terrificante, ma su cui si chiude un occhio perché in cambio si ha un tasso di scolarizzazione impressionante. 
Durante l'anno gli studenti sono sottoposti a frequenti test, e le graduatorie con i voti (espressi in 100/100) vengono esposte pubblicamente (così tutti gli studenti sono a conoscenza dei voti degli altri), cosicché vengano stilate classifiche a livello locale o nazionale con i migliori studenti. 
Inoltre, ci sono le cosiddette "Special Education Schools" , scuole speciali separate da quelle comuni, per gli studenti disabili. 
Dal dorama di "Life" 
Un fenomeno in crescita esponenziale è quello delle angherie subite dai compagni più grandi ( o coetanei ), il bullismo. Sui giornali si leggono notizie spaventose, come quella di un ragazzo che aveva accoltellato il suo insegnante per andare in galera e sfuggire così ad un suo compagno di scuola che lo tormentava con continue richieste di soldi. Se avete letto il manga "Life" di Keiko Suenobu, sapete chiaramente a cosa mi riferisco, realtà agghiaccianti, ma pur sempre realtà. Se non l'avete letto, LEGGETELO. 
Non ci stupiscono quindi la delinquenza sempre più diffusa tra i minorenni e le nevrosi riconducibili alla fobia vera e propria della scuola ( sindrome tokokyohi ). 
Tutto questo, per il "bene" della collettività. 



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